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Tuesday 15 January 2013

Time, Pink Floyd



E’ una storia che racconto spesso, quella della mia insonnia ed iperattività già dalla tenera età di … due anni, e dei fallimentari tentativi di papà di provare, tra tutte le cure, anche i Pink Floyd. Fallimentari, di fronte ai Black Sabbath che mi facevano dormire come un angioletto!
Mi sono resa conto che di solito cito i Pink Floyd solo in questo frangente, non dando  loro il giusto spazio, percui oggi ho deciso di rimediare. Con oltre 200 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, i Pink Floyd sono sicuramente uno dei gruppi DELLA STORIA. Gruppo fondatore, quattro amici conosciutiosi, come spesso accade, al college: Waters, Mason, Wright e Barrett.

Riguardo questo gruppo voglio parlare di una canzone in particolare, a me molto cara, o meglio, introdurmi in un viaggio spirituale, nella mente: Time.

Il 1973 è una anno di fibrillazione: i Kiss che si esibiscono nel loro primo concerto a NY, e deglli AC/DC che esordiscono con un concerto la notte di capodanno a Sydney, al cinema esce “Ultimo tango a Parigi”, il film scandalo di Bertolucci. Ma il 1973 è anche l’anno in cui i Pink Floyd pubblicano forse (e nemmeno troppo forse) il loro più importante e famoso album, un viaggio psichedelico nelle aree più libere e sublimi della musica... the dark Side of The Moon.  E’ uno dei dischi più venduti nella storia della musica, oltre a essere il “momento perfetto” di questo gruppo, che dopo l’esplorazione di dischi bellissimi, ma complicati, come AmmaGamma e Athomer’s Mother, riescono a concentrare la loro creatività in nove brani raffinatissimi, ma facili da capire, che di fatto affascinano il pubblico di tutto il mondo. E’ un risultato notevolissimo per la band che più di tutte ha perseguito le orme dei Beatles e ha portato il rock a un livello SUPERIORE.

Siamo a Londra, tra il 1972 e il 1973. Robby Waters arriva negli studi, i suoi occhi brillano della luce di un’idea, un’idea che gli scoppia dentro. Ragazzi, ho un’idea… un album basato sul concetto di ESPLORAZIONE DELLO SPAZIO, metafora di un viaggio nelle aree più remote della mente, la Dark Side ... Con un piccolo, grande pensiero, una dedica,  a Sid Barrett, che non è lì con loro: è stato allontanato dal gruppo un anno prima, perché incapace di gestire ormai i suoi problemi di droga. 
Complesso. Intricato. Affascinante. Waters, Manson, Wright e Gilmert si buttano. Sperimentano, e sperimentano ancora, senza porsi limiti o tabù, assieme al loro mitico tecnico del suono, Parson, e cercano le tecniche di registrazione più avanzate del momento per creare una musica oscura ed affascinante, che mescola al rock anche jazz, blues, voci soul femminili, assoli di fiati, orchestre e voci misteriose in sottofondo. 
Una vera e propria CASCATA di suoni, prodotta e arrangiata alla perfezione, lunga 42 minuti: uno dei viaggi spirituali più belli mai creati dalla musica.
Più o meno a metà di questo viaggio…eccola, è Time. La si riconosce anche senza sapere il titolo, data la magica introduzione pensata ad arte, con la registrazione del tichettìo di migliaia di orologi in un negozio di antiquariato londinese. Una riflessione sul tempo e sull’inevitabilità del suo trascorrere.   
Waters, a 28 anni appena compiuti, riprende, per sintetizzare la sua malinconia (ma non solo la sua malinconia, anche quella di tutta una nazione), le parole del filosofo David Toureau :
“the mass of men lead lives in quiet desperation … our life is frittered away by detail, simplify, simplify. As if you could kill time without injuring eternity”  che nella canzone compaiono così: “ you fritter and waste the hours in an off hand way … you are young and life is long and there i stime to kill today … hanging on in quiet desperation in the English way”.




Time (Tempo)

Scorrono ticchettando gli attimi che compongono un giorno noioso,
tu sprechi le ore percorrendo vie fuori mano
gironzolando per una piccola zona della tua città
aspettando che arrivi qualcuno o qualcosa a mostrarti la via.

Sei stanco di stare al sole o di stare a casa a guardare la pioggia,
sei giovane e la vita è lunga, c’è troppo tempo da ammazzare oggi,
e un giorno ti volti e vedi che dieci anni sono scivolati via,
nessuno ti ha detto quando correre, hai perso il colpo di pistola*.

Allora corri e corri intorno per raggiungere il sole, ma sta tramontando
e facendo il suo giro per rispuntare ancora una volta dietro di te.
Il sole è lo stesso nel suo moto relativo, ma tu sei invecchiato,
il respiro è  più corto e la morte di un giorno più vicina.

Ogni anno diventa più corto, sembra che il tempo non ci sia mai,
i programmi o falliscono o diventano mezze pagine di linee annotate,
Sopravvivendo nella quieta disperazione alla maniera inglese
Il tempo è terminato, la canzone è finita, pensavo di avere ancora qualcosa da dire.

A casa, di nuovo a casa,
mi piace essere qui quando posso,
quando torno infreddolito e stanco
è bello scaldarsi le ossa accanto al fuoco
In lontananza, al di là del campo,
il suono della campana di ferro
richiama il fedele ad inginocchiarsi
per sentire le parole magiche pronunciate dolcemente.

*il colpo di pistola è quello delle gare di atletica, significa che si è persa la partenza.

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